Il Nibbio "aerobrigante"
di Sergio de Sigis
Storia di un distintivo
Questo è anzitutto un appello rivolto a tutti i ricercatori:
qualcuno racconti finalmente nel dettaglio la storia dei
distintivi di reparto della Regia e dell’AMI, le circostanze
e le date della loro nascita, i loro autori e le loro
trasformazioni subite nel tempo.
Sarebbe senz’altro un’opera meritoria che colmerebbe una lacuna
della storiografia aeronautica italiana. Da parte mia vorrei già
dare un contributo, modesto ma con “garanzia di autenticità” su
questo argomento, in particolare per ciò che riguarda la nascita
dell’emblema del 14º Gruppo Intercettori Diurni.
Il 14º era stato un famoso gruppo da bombardamento durante la
Prima Guerra Mondiale e il “quadrifoglio”, emblema di una delle
squadriglie (la 10ª) fa parte oggi dello stemma dell’AMI.
Sciolto nel 1919, il reparto viene ricostituito nell’ottobre
1955 ed assegnato al 2º Stormo Caccia del quale fanno già parte
l’8º e il 13º Gruppo.
I due gruppi hanno emblemi famosi: l'8º Gruppo ha “Breus, Cavalier
dei Cavalieri” nato a Capoterra nella tarda primavera del 1944 e il
13º sfoggia il "Don Chisciotte". Oltretutto, dal maggio 1954, il
2º Stormo aveva appunto adottato con poche modifiche il Lancere Nero
dell’8º Gruppo per il proprio nuovo stemma.
Il 1º luglio 1956 il 2º Stormo assume la nuova denominazione
ufficiale di “2ª Aerobrigata Intercettori Diurni”. Esattamente
un anno dopo, il 14º Gruppo si rischiera a Cameri con i nuovi F-86E,
occupando per primo la base, al momento ancora incompleta.
Il reparto però non ha ancora un distintivo e lo SMA chiede al Comando che la Calotta si attivi per un concorso di idee.
A quell’ epoca anch’io facevo parte del 14º come Tenente Pilota e,
giocando sulla combinazione tra il nostro nominativo radio (NIBBIO) e
l’appartenenza ad una AEROBRIGATA, mi inventai il NIBBIO AEROBRIGANTE
che disegnai (lo confesso, ispirandomi largamente ai personaggi di
Walt Disney) vagamente rassomigliante un brigante ottocentesco con
tanto di minaccioso trombone.
L’idea, in fondo molto semplice, ebbe successo e la Calotta provvide
subito a contattare la più abile ricamatrice di Novara che ci fornì
una ventina di distintivi da cucire sulle tute da volo.
A fine anno il Nibbio Aerobrigante fu adottato ufficialmente come
emblema del 14º Gruppo ma, almeno fino alla fine del 1958 quando
mi congedai dall’AMI
esisteva fisicamente solo come distintivo per la tuta dei piloti e non
mi risulta che ne sia stato fatto qualche altro tipo di riproduzione.
Il bozzetto originale, eseguito alla buona con semplici matite colorate, nelle stesse dimensioni del distintivo in panno, è ancora in mio possesso e vi posso assicurare che la ricamatrice lo aveva copiato alla perfezione.
Oggi il nibbio del 14º Gruppo è un po’ diverso e, devo dire, notevolmente
imbruttito. Non più ricamato in seta su panno Lenci ma eseguito su orride
sagome di plastica. Forse è colpa mia, che non ho lasciato il bozzetto
da cui trarre le varie riproduzioni o forse è colpa i chi, dovendo ridisegnare
il distintivo, non è stato nemmeno capace di copiare. È certo comunque che
nessun autore ama veder modificata una propria creazione.
Per concludere, vorrei fare una considerazione riguardo all’aspetto per
così dire “pubblicitario” di un distintivo: come marchio commerciale deve
essere costituito da elementi semplici e ben leggibili anche a distanza,
per farsi facilmente riconoscere e ricordare. Credo proprio che, tra i tanti
distintivi di reparto dell’AMI, quello del’14º sia uno dei pochi che,
nonostante le modifiche, risponde bene a questa esigenza.
Sergio De Sigis