I velivoli del 2º Stormo

Ansaldo AC-2 e AC-3

La Ansaldo di Genova acquistò la licenza di produzione di due progetti Dewoitine, il D.1 e il D.9, che sebbene non ebbero molto successo in Francia, ottennero alcuni ordini per l'estero. La Ansaldo designò questi progetti AC-2 e AC-3 rispettivamente.

Il D.1, da cui derivò l'AC-2, fu il primo progetto che Emile Dewoitine realizzò, dopo aver fondato la propria ditta nell'ottobre 1920, era un caccia monoposto monoplano ad ala alta in risposta ad una specifica emanata dal Service Technique de l'Aéronautique francese. Lo sviluppo si protrasse più del dovuto in seguito a diversi mutamenti di indirizzo delle autorità, ma infine il primo prototipo fu in grado di volare nel novembre 1922. La macchina era di formula notevolmente avanzata, con una fusoliera metallica di sezione ovale e rivestimento in lega leggera e un'ala parasole, con struttura metallica e rivestitimento in tela, con montanti di controventatura. Il prototipo era propulso da un motore Hispano-Suiza 8Fb da 300 CV con due radiatori Lamblin sotto il muso. Il D.1bis abbandonò i grossi montanti carenati del prototipo che penalizzavano la visibilità del pilota in favore di controventature tradizionali, mentre il D.1ter ebbe un'ala di apertura ridotta, ma di maggior corda e radiatori applicati alle gambe anteriori del carrello fisso.

Le dimostrazioni del D.1 effettuate in numerosi Paesi si concretizzarono presto in ordini d'acquisto, che riguardavano 79 esemplari venduti alla Jugoslavia, due alla Svizzera e uno al Giappone. L'Ansaldo acquistò un D.1bis per poi produrre su licenza 112 D.1ter che rimasero presso i reparti di prima linea della Regia Aeronautica fino al 1929 con la designazione AC-2.

Il Dewoitine D.9 rispondeva alla medesima formula del D.1, ma la sua ala, pur se di pianta analoga, aveva un'apertura di 1.3 m superiore, e, invece che dal motore in linea dei D.1, risultò propulso da un radiale Gnome-Rhône 9Ab Jupiter da 420 CV.

Come nel caso del D.1, il D.9 che volò per la prima volta nel 1924, venne rifiutato dall'Esercito francese, ma ottenne ugualmente un discreto successo di esportazione. Il Belgio e la Jugoslavia acquistarono rispettivamente due ed otto velivoli, lo stabilimento svizzero EKW ne montò tre, le cui parti erano state fornite dalle officine Dewoitine, ma l'ordine più importante, comunque, fu quello della Regia Aeronautica per 150 esemplari costruiti su licenza dall'Ansaldo e consegnati con la designazione AC-3.

Dopo il servizio presso le squadriglie da caccia, gli AC-3 italiani continuarono negli anni Trenta la loro attività andando ad equipaggiare il 5° Stormo d'assalto al suolo, di nuova costituzione sull'aeroporto di Ciampino.

Ansaldo AC-3: dati e caratteristiche
Tipo: caccia monoposto
Motore: un radiale
Gnome-Rhône 9Ab
Jupiter da 420 CV
Prestazioni:
  • velocità max 245 Km/h al livello del mare
  • tangenza pratica 8500 m
  • autonomia max 400 Km
Pesi:
  • a vuoto 945 Kg
  • massimo al decollo 1580 Kg
Dimensioni:
  • apertura alare 12.80 m
  • lunghezza 7.30 m
  • altezza 3.0 m
  • superficie alare 25.0 mq
Armamento:
  • due mitragliatrici sincronizzate Vickers da 7.7 mm in fusoliera
  • due mitragliatrici alari Darne dello stesso calibro (non sempre installate)