Storia del 2º Stormo

Secondo ciclo in Africa Settentrionale

Nell'aprile 1942 il comando del 2º Stormo passava dal Colonnello Umberto a quello del Maggiore Athos Ghelardi. Nel successivo mese di maggio lo Stormo si trasferiva a Martuba, poi a Ain Gazzale: l'8º Gruppo veniva dislocato a Abu Haggag (Fuka) e il 13º a Bu Amud. Le due unità arrivarono a fine dicembre con tre Macchi MC 200 l'8º Gruppo e dieci Macchi 200 più tre Macchi 202 il 13º. Mentre l'8º Gruppo il 10 dicembre iniziava il rimpatrio per riorganizzarsi, il 13º, ritirati i pochi velivoli efficienti dell'altro gruppo, rimaneva in Libia continuando ad operare.

Nel ciclo operativo svolto in Africa settentrionale i Macchi 200 del 2º Stormo compirono oltre 4800 missioni di guerra con quasi 9000 ore di volo, effettuando in un primo tempo azioni di mitragliamento di autoblindo e automezzi nemici; furono impiegati poi, senza risparmio, in azioni di mitragliamento e bombardamento notturno e diurno, in crociere di protezione e scorta ai convogli. Particolarmente brillante fu il comportamento del 13º Gruppo, il 14 settembre 1942, nello sventare un tentativo di sbarco nella zona di Tobruk.

Con la fine del 1942 si chiudeva anche per il reparto il più difficile periodo operativo, con velivoli inferiori per caratteristiche di volo a quelli avversari ed inferiori persino ai caccia distribuiti in quello stesso periodo agli altri reparti italiani. L'8º Gruppo era rientrato in Italia senza aeroplani; poi con qualche Macchi 200 veniva dislocato a Sarzana e destinato a compiti di scorta alle nostre navi e alla difesa della piazzaforte di La Spezia: gli anziani Macchi, decollando su allarme, riuscivano a malapena a raggiungere la quota degli incursori e ben difficilmente il tiro delle loro armi poteva produrre risultati apprezzabili. Inoltre, le formazioni nemiche che apparivano nel cielo italiano avevano una consistenza media di 50 e anche 100 e più velivoli, mentre l'8º Gruppo operava con qualche solitario caccia.

Anche il 13º Gruppo non si trovava in situazione migliore: rimasto in Libia con pochi e sfiatati aerei, prendeva parte alla campagna di Tunisi. In questa fase sostennero duri combattimenti nei primi mesi del 1943 e operarono anche con gli MC 200 armati con bombe alari da 15 Kg: il 10 gennaio, ad esempio, su 17 aerei partecipanti a un attacco a Tanner e su una colonna meccanizzata, dodici rientrarono seriamente colpiti dalla contraerea e uno veniva abbattuto; il giorno successivo tre velivoli ripetevano l'azione, ma durante il rientro venivano attaccati da una formazione di Curtiss P 40 e due velivoli italiani furono abbattuti. L'ultimo pilota del 13º Gruppo caduto in territorio oltremare fu il tenente Savoia su Macchi 202 il 22 gennaio 1943, in missione di scorta ai bombardieri SM 79. Poi i superstiti vennero rimpatriati dopo aver ceduto ad altri gruppi i cinque aeroplani ancora in grado di volare.

A Caselle Torinese, dove venne trasferito il comando del 13º Gruppo (Ten. Col. Vincenzo Dequal) i piloti restarono inattivi fino al mese di luglio 1943, quando ricevettero una decina di MC 202. Al gruppo, appena iniziata l'attività di volo sui nuovi aerei, arrivo l'ordine di trasferirsi in Sicilia, ma qui i 202, atterrati da pochi minuti, vennero distrutti dal bombardamento di una formazione nemica.

I piloti superstiti vennero così inviati all'aeroporto di Metato (Pisa) per svolgere servizio d'allarme con i pochi caccia Dewoitine D 520 catturati sugli aeroporti francesi. In agosto giungeva infine l'ordine di scioglimento del 2º Stormo, triste epilogo per un reparto che si era tanto distinto. I suoi due gruppi diventarono autonomi, l'8º rimase a Sarzana e il 13º era trasferito in Sardegna a Venafiorita. Nei primi sette mesi del 1943 lo stormo aveva compiuto 1520 ore di volo, sostenuto 19 combattimenti con otto velivoli avversari abbattiti e cinque distrutti al suolo.


Un anno di peregrinazioni (1941)
Dopo l'armistizio (1943-1945)