Storia del 2º Stormo

Lo Stormo in guerra (1940)

La guerra era iniziata da appena un giorno quando il 2º Stormo entrava in azione con compiti di interdizione nel cielo di Tripoli e Tobruk e già cominciavano a delinearsi le prime difficoltà ad operare con i biplani per la situazione alquanto negativa delle prestazioni di volo e dell'armamento.

L'11 giugno una formazione di Blenheim e Gladiator inglesi attaccava il campo T3 di Tobruk, ma i piloti dell'8°, a causa dell'inferiore velocità dei loro caccia, non riuscirono nemmeno a raggiungere gli aerei nemici. Per tutto il mese il reparto operò supplendo alle inferiorità tecniche con alto senso combattivo, ottenendo qualche successo (nove Blenheim sicuramente abbattuti, un idro Sunderland e tre Gladiator). A dare man forte all'8° Gruppo a metà giugno erano state spostate sul campo T2 due squadriglie del 13° Gruppo, la 77ª e la 82ª, mentre la 78ª rimaneva a Buka.

Alla fine di giugno l'8° versava i restanti CR 32 e il 1° luglio otteneva l'assegnazione di altri CR 42 con i quali completava la sua dotazione bellica. Sempre all'inizio di luglio il 13° Gruppo completava il suo trasferimento e si schierava con diciotto CR 42 sul campo T3.

I gruppi del 2º Stormo si prodigarono senza sosta per soddisfare le sempre più pressanti richieste di scorta ai bardierieri, oltre che eseguire partenze su allarme e attacchi a colonne meccanizzate. Purtroppo la situazione era tale che nelle ultime azioni non era possibile assicurare l'aliquota di velivoli richiesti. A causa della sabbia ormai infiltratasi dappertutto, persino l'avviamento dei motori diventava in molti casi difficoltoso. Nel mese di luglio la situazione peggiorò sensibilmente: per dare un'idea dell'abnegazione con cui il 2º Stormo compì il suo dovere in condizioni di inferiorità, sia qualitativa che numerica nei confronti degli avversari, valga la seguente descrizione di una giornata ripresa dai diari storici dell'epoca e dal racconto dei protagonisti di allora. Una giornata che non rappresenta un'eccezione, ma piuttosto una regola per il reparto in quei duri mesi di lotta in Africa settentrionale.

4 luglio 1940. "Ore 9: scatta l'allarme per l'8° Gruppo al campo T2. Cinque Fiat CR 42 decollano per proteggere un nostro ricognitore IMAM Ro 37 che sta effettuando una missione lungo la linea del fronte; gli inglesi, cui il ricognitore italiano dà tremendamente fastidio, cercano in ogni modo di abbatterlo con una formazione di biplani Gloster Gladiator; i piloti del 2º Stormo fanno scudo e il duello si fa accanitissimo; è un giostrare di morte nelle continue figure acrobatiche che i caccia italiani ed inglesi tracciano sopra il deserto. Ad un certo punto, come è già successo molte altre volte, a quattro dei nostri cinque velivoli si inceppano le mitragliatrici: i piloti non possono far altro che cercare di salvarsi con l'acrobazia, ma la situazione è troppo sfavorevole e due dei nostri apparecchi sono abbattuti. L'unico nostro caccia con le armi ancora efficienti, pilotato dal sergente maggiore Fausti, combattendo come un leone riesce a tenere a bada i Gladiator inglesi, ne abbatte due e permette ai caccia superstiti dell'8° Gruppo con le armi inceppate di disimpegnarsi e rientrare al campo.

Durante il giorno si verificano varie nuove azioni dell'8° e del 13° Gruppo, con interventi contro la caccia avversaria, scorta ai bombardieri, crociere di vigilanza; poi, alle 18.05, nuova partenza su allarme: caccia inglesi si avvicinano al settore delle nostre linee avanzate. Decollano cinque CR 42, appartenenti alla 93ª e alla 94ª Squadriglia: motori al massimo, le mani degli specialisti, che si intravedono tra il pulviscolo di sabbia sollevato dalle eliche, che danno il via, la corsa sulla pista e su in arrampicata verso la zona di Menastir dove sono segnalati i Gloster. Gli inglesi sono in sei, i nostri in cinque, il duello si accende rabbioso, il maresciallo Cecchi, colpito in pieno (gli si erano quasi subito inceppate le armi), cade colpito a morte. Poco dopo è la volta del sottotenente De Fraia, che però riesce a salvarsi lanciandosi con il paracadute; poi è la volta del capitano Lavelli il quale, con le armi bloccate, tenta disperatamente di schivare gli attacchi dei caccia avversari; i Gladiator sparano però raffiche precise, mentre il nostro non può difendersi e poco dopo è abbattuto.

Rimangono solo due nostri CR 42, ma uno ha le mitragliatrici che non funzionano più; l'altro, come nell'azione del mattino, pilotato dal sergente maggiore Fausti, si lancia ancora una volta contro i sei aerei nemici. Il CR 42 si batte con fredda determinazione: picchia, riprende quota, spara, si disimpegna, ritorna all'attacco, spara ancora. Ma gli altri sono troppi, serrano sotto, le raffiche raggiungono il nostro caccia da ogni direzione, è la fine.
Fausti ha pagato con la vita il suo eroico altruismo; ha trovato la morte perchè il 2º Stormo è stato costretto a combattere con aerei che molto spesso non riescono nemmeno a sparare.
L'ultimo velivolo superstite atterra crivellato di colpi e con le armi sempre inceppate: la rabbia invade l'animo dei piloti e degli specialisti che gli si sono fatti intorno.

Alla memoria del sergente maggiore Fausti è concessa la medaglia d'oro al valor militare."

A fine luglio l'efficienza dei velivoli divenne scarsa al punto da pregiudicare ogni attività di combattimento: il 9 agosto i due gruppi avevano soltanto sei aerei in grado di volare. Anche il 13° Gruppo per rimettersi in efficienza si doveva trasferire a Berka e da qui, assieme all'8° Gruppo, all'aeroporto K, dove avevano inizio i lavori di revisione. Nello stesso mese giungevano a Berka i primi motori con gli apparati antisabbia che venivano così montati sugli aerei messi a punto.

Con gli aerei revisionati le due sezioni ricominciarono a effettuare parecchie missioni su allarme, ma non riuscivano mai ad intercettare i velivoli nemici a causa del ritardo con cui venivano effettuate le segnalazioni. Questo inconveniente, già verificatosi parecchie volte, era dovuto principalmente alle difficoltà nelle comunicazioni, che ritardavano e spesso paralizzavano l'intervento aereo.

Il 4 settembre il 2º Stormo tornava al combattimento attaccando una delle tante formazioni di Blenheim in volo sulla Marmarica: riusciva ad abbetterne due. Poi il reparto venne frazionato: le sue squadriglie furono dislocate sui vari campi del settore, cioè a Derna, al T4, al T2 e a Sidi Magrum; il comando dell'8° Gruppo, dopo le sedi provvisorie di Gambut ed El Adem, veniva sistemato a Uadi ed Monaster, mentre il 13° era dislocato a Gambut. Si trattava di piste di decentramento con la quasi totale assenza di strutture di supporto in muratura, attrezzature logistiche, alloggiamenti per il personale; solo il lavoro ingegnoso degli specialisti rendeva meno inospitali quei campi. Alla data del 15 settembre i due gruppi potevano disporre di cinquantasei CR 42 bellicamente efficienti.

Uno strenuo combattimento avvenne il 25 settembre fra tre CR 42 e sei bombardieri inglesi: i caccia italiani attaccarono con perizia la seconda pattuglia della formazione avversaria riuscendo ad abbattere due bombardieri e a mettere in fuga la prima pattuglia. A tutti e tre i piloti del 13° Gruppo - Cerofolini, Porta e Giannoni - venne conferita la medaglia d'argento al valor militare per il loro brillante comportamento.

Con la controffensiva delle forze italo-tedesche i piloti compivano due/tre interventi giornalieri, attaccando le formazioni di bombardieri inglesi (quasi sempre Blenheim) mentre nel cielo nordafricano cominciavano a comparire Hurricane e Spitfire, aeroplani ben più insidiosi e dalle caratteristiche incomparabilmente superiori ai nostri biplani.

L'impegno per equipaggi e macchine risultò assai pesante anche in questo periodo dell'anno; verso la fine di ottobre ricominciarono a verificarsi inconvenienti ai motori che mangiavano olio e di conseguenza si surriscaldavano. Il 2º Stormo giungeva così a fine anno stremato negli uomini e nei mezzi: questi venivano ormai impiegati per voli di breve durata e nelle vicinanze del campo.
I nostri campi in quel periodo erano sottoposti a continui bombardamenti e anche se la reazione dei CR 42 era pronta, in molti casi l'efficacia era ridotta.

Con la missione dell'11 dicembre a protezione dei bombardieri SM 79, l'8° Gruppo esaurì quasi completamente il suo potenziale offensivo e, rimasto con un solo velivolo efficiente, lo cedette al 13° Gruppo che a brevi tappe, con i pochi aerei rimasti in grado di volare, si trasferì a Bengasi. Poi anche questo reparto, con pochi aerei efficienti, ricevette l'ordine di ripiegare su Tobruk, mentre gli aerei inefficienti rimasero sul campo di Benina (Bengasi). Dal campo T2 al gruppo venne chiesto di intensificare l'attività di scorta ai bombardieri oltre a quelle di protezione delle nostre truppe che, duramente impegnate, stavano ripiegando verso Sollum.

Il 20 dicembre i primi scaglioni del 2º Stormo iniziavano il rientro in Italia e in riconoscimento per la brillante attività in Nordafrica lo Stormo veniva decorato di medaglia d'argento al valor militare, mentre i suoi piloti cordati - cap. Mario D'Agostini, sergente maggiore Agostino Fausti e tenente Giorgio Savoia - ricevevano la medaglia d'oro V.M.


Rischieramento in Nord Africa (1934-1940)
Un anno di peregrinazioni (1941)